Ora c’è l’UFFICIALITA’: Il Governo ha preso la storica decisione | Questo lavoro potranno farlo tutti

Offerta di lavoro - teleone.it

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Un dibattito infinito, ma adesso le cose sembrano cambiare definitivamente, per i più giovani (e non solo). 

Il tema è sempre quello del lavoro: nel nostro Paese esistono decine di mestieri ben retribuiti che non richiedono alcun titolo universitario. Settori come l’artigianato specializzato, la tecnologia, il commercio digitale e il turismo offrono possibilità concrete di crescita professionale anche a chi ha scelto di non proseguire gli studi accademici. Questo fenomeno ha generato un vivace confronto pubblico e politico, con molti che si interrogano sull’effettiva utilità di alcune lauree, soprattutto in un mercato del lavoro che premia competenze pratiche e aggiornate.

Allo stesso tempo, però, l’università italiana continua a essere vista come uno degli strumenti principali di mobilità sociale. Il Parlamento ha discusso più volte sulla necessità di riformare l’intero sistema universitario, ponendo attenzione sia sulla qualità dei corsi che sull’accessibilità economica e formativa. I costi crescenti, la difficoltà di conciliare lavoro e studio, e una burocrazia ancora pesante rendono il percorso universitario spesso complicato per tanti giovani.

In questo senso, un punto particolarmente critico è anche il cosiddetto numero chiuso, che in alcune facoltà come Medicina ha sbarrato le porte a migliaia di studenti. In molti hanno denunciato l’iniquità di un sistema che, attraverso un solo test selettivo, può decidere il destino formativo e professionale di un ragazzo. La questione del numero chiuso ha provocato proteste in piazza, interrogazioni parlamentari e battaglie legali da parte di associazioni e studenti esclusi.

Proprio in questo contesto si inserisce la nuova riforma del test di Medicina, che promette di rivoluzionare il metodo di selezione. Adesso la direzione che viene presa sembra esser chiara. Se le riforme – così come sembra – andranno in porto, tutti potranno davvero fare questo lavoro. L’obiettivo, insomma, è quello di superare il vecchio sistema per garantire maggiore accessibilità, trasparenza e merito. Resta ora da capire se la riforma sarà solo il primo passo verso un ripensamento più ampio di tutto il modello universitario italiano, spesso accusato di essere troppo rigido e poco inclusivo.

La svolta nel test per entrare in facoltà

Secondo quanto stabilito dal nuovo decreto legislativo, il tradizionale test d’ingresso sarà sostituito da un semestre “filtro”, accessibile a tutti. Durante questo primo semestre universitario, gli studenti dovranno superare esami scritti su scala nazionale in materie scientifiche fondamentali. La selezione avverrà al termine del semestre, sulla base del voto ottenuto e di una graduatoria nazionale calcolata in funzione dei crediti acquisiti.

Questa riforma, approvata in via preliminare dal Consiglio dei ministri e spinta dalla ministra dell’Università Anna Maria Bernini, dovrebbe entrare in vigore già a partire dall’anno accademico 2025/26. Il nuovo sistema vuole rendere più equo e meritocratico l’accesso a Medicina, dando a tutti la possibilità di dimostrare il proprio valore non in una sola giornata, ma nel corso di un periodo di studio. Il parere favorevole della commissione Istruzione del Senato è arrivato con alcune osservazioni rilevanti. In particolare, è stato richiesto che gli esami scritti si svolgano in maniera simultanea su tutto il territorio nazionale. Questo per garantire parità di trattamento tra tutti gli aspiranti medici.

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Test lavoro – teleone.it

I rilievi del Senato e le nuove materie

Detto della simultaneità in tutta Italia, le prove dovranno dunque riguardare le scienze biologiche, chimiche, fisiche e, come novità, anche le scienze biochimiche. Inoltre, la riforma sarà estesa sin da subito anche ai corsi di Medicina in lingua inglese, purché gestiti da università statali. È un’apertura importante verso l’internazionalizzazione degli studi e un segnale di attenzione anche per gli studenti stranieri o italiani che scelgono programmi internazionali.

Infine, va sottolineato che le osservazioni del Senato non sono vincolanti, ma rappresentano indicazioni forti su cui il Governo dovrà riflettere prima dell’approvazione definitiva da parte di Palazzo Chigi. La discussione è attesa anche alla Camera, in calendario per il 7 maggio, e potrebbe portare ulteriori modifiche al testo. In un’Italia dove la laurea non è più l’unica strada per il successo, ma rimane comunque un simbolo di crescita culturale e professionale, il confronto sul futuro dell’università è più che mai necessario.