“Ti diamo 2236 euro”: finalmente si smette di piangere | Buonissime notizie dallo Stato per questa lista di cittadini

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Una ottima notizia per oltre 580mila italiani, a proposito di stipendi: si va verso un aumento. 

Negli ultimi anni, il potere d’acquisto degli italiani si è drammaticamente ridotto. Secondo i dati ISTAT e OCSE, l’inflazione cumulata dal 2021 al 2024 ha superato il 17%, mentre gli stipendi sono aumentati, in media, solo del 5-6%. Questo significa che ogni famiglia italiana ha perso migliaia di euro di valore reale nel reddito annuo. I salari non riescono più a coprire l’aumento dei prezzi di beni essenziali come energia, carburanti, generi alimentari e servizi.

Il gap tra salari e inflazione si è fatto sentire in maniera trasversale, ma in modo ancora più forte tra i lavoratori a reddito fisso, come impiegati pubblici, operatori della scuola, dipendenti comunali e professionisti della sanità. Le retribuzioni nette sono rimaste praticamente invariate a fronte di spese quotidiane in costante crescita. Secondo l’INPS, il salario medio annuo nel settore pubblico si aggira oggi intorno ai 29.000 euro, una cifra che, rapportata al costo della vita attuale, rende difficile mantenere standard di vita dignitosi.

I sindacati hanno alzato la voce: CGIL, CISL, UIL e le sigle autonome come Nursing Up chiedono contratti più equi e aumenti salariali ancorati all’inflazione reale. In diverse trattative sono state avanzate proposte per adeguare il trattamento economico, come l’introduzione di meccanismi automatici di rivalutazione e il potenziamento delle indennità accessorie. Tuttavia, le risposte istituzionali sono state finora frammentarie e incerte.

L’attuale modello salariale appare quindi inadeguato a fronteggiare l’impatto dell’inflazione. In questo scenario, la mancanza di riforme strutturali pesa, e i lavoratori guardano con crescente preoccupazione al futuro. Solo in rari casi si registrano segnali positivi e mirati, come avviene oggi per i dipendenti di alcune categorie, di cui parliamo in questo articolo.

La “battaglia” e le critiche dei sindacati

Ma le cose sembrano mettersi bene per oltre 580mila lavoratori, che avranno presto un adeguamento stipendiale. Ma, nonostante la notizia degli incrementi, le sigle sindacali sono critiche. Secondo Cgil e Uil, gli importi sono troppo bassi e non tengono conto della perdita reale del potere d’acquisto. Il sindacato Nursing Up ha denunciato l’uso di “statistiche fuorvianti” da parte dell’ARAN per rendere più appetibile un contratto che, nella sostanza, lascia molte categorie senza reali benefici.

Antonio De Palma, presidente di Nursing Up, ha criticato apertamente il metodo di calcolo, che includerebbe anche risorse riservate al pronto soccorso per aumentare la media degli aumenti. Ha inoltre richiesto al Governo e alle Regioni: più ore dedicate alla formazione ECM e non ECM, esonero dai turni notturni per over 60, riconoscimento delle competenze maturate e la possibilità per tutti i professionisti sanitari di accedere all’area di elevata qualificazione.

busta paga stipendio

Ecco chi beneficerà dell’aumento di stipendio

Entrando nei dettagli, per l’esattezza, saranno circa 580mila lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale a ricevere presto un adeguamento stipendiale. È quanto previsto dalla nuova ipotesi di contratto avanzata dall’ARAN per il triennio in corso. Le risorse stanziate ammontano a 1,784 miliardi di euro e coinvolgono infermieri, tecnici, operatori socio-sanitari e personale non dirigente. Gli aumenti previsti, a partire da ottobre, saranno in media di 172,37 euro mensili per tredici mensilità, dunque oltre 22oo euro totali, pari a un +6,8% sulla retribuzione attuale. Un’altra questione sollevata è l’introduzione della figura dell’assistente infermiere, che secondo i sindacati rischia di essere imposta senza adeguato confronto. Inoltre, si richiama l’attenzione sul decreto legislativo 29/2024, che prevede nuove misure per valorizzare l’esperienza del caregiver familiare, consentendo l’accesso ai corsi per diventare OSS.

Alla luce delle nuove disposizioni, il comparto sanitario rappresenta oggi l’unica eccezione positiva nel panorama stagnante delle retribuzioni italiane. Ma per colmare davvero il divario con l’inflazione, serviranno politiche più ampie e inclusive per tutti i lavoratori. Le voci che compongono l’incremento includono: 135 euro per lo stipendio base, 15,66 euro per l’indennità infermieristica, 6,52 euro per chi lavora nei pronto soccorso e 15,52 euro per il salario accessorio. In aggiunta, sono previsti: 175 milioni per le indennità del pronto soccorso, 35 milioni per la specificità infermieristica e 15 milioni per la tutela del malato.