“Stiamo avviando i controlli”: il Fisco miete nuove vittime | Un salasso per tantissimi italiani poco prima dell’estate

agenzia delle entrate teleone.it

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Fra le semplificazioni fiscali ed i vantaggi, occhio alle tante insidie legate ai controlli.

In Italia, il regime forfettario rappresenta da anni una delle opzioni fiscali più attrattive per liberi professionisti, artigiani e piccoli imprenditori. È stato introdotto per semplificare gli adempimenti tributari e favorire l’ingresso nel mondo del lavoro autonomo. Questo regime prevede una tassazione sostitutiva agevolata e consente di evitare IVA, IRAP e studi di settore, riducendo notevolmente la burocrazia fiscale.

Uno degli elementi che rende appetibile il forfettario è il calcolo del reddito su base forfettaria, secondo un coefficiente di redditività variabile a seconda del codice ATECO. Inoltre, l’imposta sostitutiva si applica con un’aliquota iniziale del 5% per i primi cinque anni, per poi stabilizzarsi al 15%. Questa aliquota, molto più bassa rispetto all’IRPEF ordinaria, è spesso determinante nella scelta del regime.

Un altro vantaggio risiede nell’assenza dell’obbligo di registrare i documenti fiscali in libri contabili, né di presentare dichiarazioni IVA. In sostanza, il contribuente forfettario può godere di una gestione semplificata, concentrandosi maggiormente sulla propria attività anziché sugli obblighi fiscali.

Tuttavia, la semplicità del regime può indurre in errore. È importante capire che tale agevolazione comporta precisi requisiti d’accesso e di permanenza. La violazione, anche inconsapevole, di tali condizioni può causare gravi conseguenze. Per questo motivo, è essenziale affrontare il forfettario con attenzione, rigore e consapevolezza.

Controlli vari: ma cosa chiede l’Agenzia delle entrate?

Negli ultimi tempi si è registrato un intensificarsi dei controlli sul regime forfettario. L’Agenzia delle Entrate ha iniziato a inviare comunicazioni ai contribuenti, chiedendo documentazione a supporto delle dichiarazioni presentate. Il riferimento è agli articoli 32 del DPR 600/1973 e 51 del DPR 633/1972, che consentono verifiche dettagliate su ogni elemento utile alla ricostruzione del reddito.

Le richieste di documentazione possono comprendere: fatture emesse, movimenti bancari, corrispondenza tra incassi e dichiarazioni, e talvolta anche la produzione di un registro incassi/pagamenti (non obbligatorio per i forfettari). Avere un prospetto chiaro che riconcili le entrate effettive con quanto dichiarato può fare la differenza in sede di controllo. Particolare attenzione è stata rivolta ai redditi dell’anno d’imposta 2021, periodo nel quale l’Amministrazione finanziaria ha rilevato numerose anomalie nei dati presenti in Anagrafe Tributaria. Le cosiddette “incongruenze” emergono spesso dal confronto tra quanto dichiarato nel quadro LM del Modello Redditi e i dati trasmessi dai clienti tramite le Certificazioni Uniche.

conti soldi lavoro (pexels) - Teleone.it
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Le criticità legate all’anno 2021 e tutti i rischi “nascosti”

Le verifiche, rimanendo sull’anno 2021, hanno riguardato soprattutto l’effettiva spettanza del regime: l’Agenzia valuta se il contribuente avesse diritto ad applicare l’aliquota agevolata, oppure se dovesse rientrare in un regime ordinario. In caso di errore, si rischia una riliquidazione totale: applicazione dell’IRPEF ordinaria, IVA su tutti i compensi percepiti, sanzioni e interessi, con un impatto economico molto pesante.

Un’altra situazione delicata riguarda l’accertamento diretto, ovvero senza alcuna richiesta preliminare. Questo avviene quando l’Agenzia rileva condizioni ostative manifeste, come la presenza di partecipazioni societarie, oppure redditi da lavoro dipendente superiori a 30.000 euro nell’anno precedente. Si tratta di errori formali che possono invalidare la permanenza nel regime senza possibilità di sanatoria. In poche parole, dunque, il rischio più insidioso per il contribuente in regime forfettario non è tanto la complessità degli adempimenti, quanto la sottovalutazione dei controlli. Molti professionisti sono convinti che l’adesione a questo regime li esenti da attenzioni fiscali, ma la realtà è diversa. Anzi, proprio perché il regime è semplificato, l’Agenzia riesce più facilmente a individuare anomalie nei flussi dichiarati rispetto a quelli realmente incassati.