A Palermo e Messina la formazione dei seggi elettorali è in bilico. Da ieri, venerdì 7, i rappresentanti dei Comuni e i prefetti sono in riunione permanente per affrontare la crisi. È iniziata una frenetica ricerca di presidenti e scrutatori, che dovrà concludersi entro le 15 di oggi, sabato 8 giugno, quando gli elettori inizieranno a votare.
Tuttavia, non si esclude che a Palermo, dove la situazione è più grave, il problema non sarà completamente risolto.
L’emergenza era, secondo qualcuno, anche abbastanza prevedibile: i compensi di 138 euro per i presidenti di seggio e 98 per gli scrutatori non sono stati sufficienti a incentivare le candidature. A Palermo, circa 1.700 dei 2.400 designati hanno rinunciato, compresi una cinquantina di presidenti di seggio, creando un problema significativo. In risposta, il sindaco Roberto Lagalla ha lanciato un nuovo bando per sostituire i rinunciatari, ma in serata molte posizioni erano ancora vacanti.
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Questo problema non è nuovo: nell’estate del 2022, simili rinunce hanno causato disagi significativi. Con solo poche ore prima dell’apertura dei seggi, l’incertezza continua a pesare sugli elettori, ricordando le difficoltà passate.
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