La cifra era quella di 20 euro: si tratta dell’ammontare che veniva richiesto per “acquistare” i test di Medicina e odontoiatria su Telegram. La “soffiata sulle domande” sarebbe stata fornita da un gruppo creato sull’app di messaggistica per tutti gli aspiranti medici.
E il costo si sarebbe alzato un bel po’ per un corso di preparazione che permetteva di conoscere in anticipo proprio le esatte domande del test. Secondo le prime indagini, in tanti avrebbero anche pagato migliaia di euro per iscriversi. Si tratta delle irregolarità denunciate in un esposto fatto in procura e in un ricorso al Tar contro le graduatorie che risulterebbero, secondo i ricorrenti, “falsate”.
Secondo lo studio legale da cui è partito il ricorso – “Leone – Fell & C.”, di Palermo – si tratterebbe dello “scandalo più grande che abbia mai colpito il sistema del numero chiuso”.
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Il nuovo sistema di test – il Tolc – avrebbe permesso di creare un’enorme banca dati con la ripetizione di alcune domande, in considerazione della doppia sessione. Gli avvocati parlano di “inadeguatezza dei controlli da parte del Cisia”, il consorzio che si occupa della gestione delle prove di ingresso.
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