Palermo, ed il suo stadio Renzo Barbera, rimangono fuori dal “treno” per gli Europei di calcio. La Federazione italiana gioco calcio ha inviato all’Uefa la proposta di candidatura per ospitare in dieci città italiane la competizione nel 2032.
Ma nella lista degli impianti sportivi il Renzo Barbera non c’è. La motivazione sa un po’ di beffa. Ovvero, “la Sicilia è un’isola”. Spiega la Federcalcio che per restare entro i limiti di inquinamento richiesti dai nuovi parametri ecologici della Uefa limitando l’impatto ambientale degli spostamenti, c’era spazio per una sola isola.
La scelta, dunque, è caduta sulla Sardegna, e su Cagliari in particolare, in quanto lo stadio Sant’Elia ha un progetto già finanziato e avanzato. Non è bastato che il Comune di Palermo varasse in extremis una delibera che prevede lavori di adeguamento analoghi a quelli che dovranno fare stadi più blasonati. Per Palermo si apre una ferita: la città ha sempre avuto un rapporto speciale con la nazionale e da pochi giorni il Barbera aveva ricevuto la visita del presidente della Repubblica (LEGGI).
Palermo resta la prima candidata “in panchina” in caso di sostituzioni in corsa o di allargamento del numero degli stadi. QUesta la flebile “speranza” lasciata dalla Figc. La motivazione della bocciatura, in vista del processo di transizione ecologica in corso, costringe la politica siciliana a una profonda riflessione.
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