Continue allusioni, palpeggiamenti. Chiarissimi ricatti sessuali. “Se vuoi che ti rinnovi il contratto, devi venire in bagno con me…”. Anche con frasi di questo genere si rivolgeva alle sue commesse il responsabile di un punto vendita a Rimini, che, per le ragazze, era ormai diventato una sorta di incubo.
Al termine di una complessa indagine che è stata portata avanti dalla polizia di Stato, l’uomo, che ha 55 anni, è stato portato alla sbarra, dopo la denuncia presentata proprio da tre commesse del negozio di abbigliamento, nel centro commerciale “Le Befane”.
La denuncia risale al maggio del 2020, e dopo il procedimento il pubblico ministero – dopo la requisitoria – ha chiesto per l’uomo una condanna a 6 anni di reclusione. E lui, difeso dal proprio avvocato, ha sempre respinto ogni accusa. “Le ragazze – sosteneva – si sono inventate tutto”.
La tattica del loro datore di lavoro, come hanno ricostruito durante il dibattimento le tre commesse, era sempre la stessa: dopo l’assunzione, si mostrava gentile e disponibile, ma successivamente passava agli apprezzamenti ed alle allusioni sessuali, con gesti a volte espliciti o tentativi di baci o abbracci.
Tentativi che, in alcune occasioni, sarebbero diventati anche richieste parecchio esplicite. E da queste, anche gli “agguati”, con palpeggiamenti o aggressioni in bagno, dove lui tentava di entrare con la forza.
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