«Non parliamo di bullismo, qui è una cosa che va ben oltre. Hanno utilizzato il sesso come forma di potere, per ribadire potere, scegliendo la cosa più umiliante che ci fosse. È un caso che va ben oltre il semplice bullismo e non deve essere equivocato o paragonato”. Si tratta delle parole di Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa, che ha analizzato i drammatici fatti avvenuti nel Palermitano, dove un ragazzino di appena 11 anni (leggi) è rimasto vittima di violenza sessuale in una cittadina delle Madonie.
“Quello che ho letto è devastante, perché si tratta di una cosa psicologicamente e fisicamente atroce per un ragazzino di quell’età – dice ancora la Bruzzone, nelle parole raccolte dal quotidiano La Sicilia -. Senza voler fare nessun distinguo, ma è una cosa già tremenda per una ragazza, figurarsi per un uomo, con tutto il simbolismo e il significato che ci sta dietro”.
Secondo Bruzzone, il branco “ha deciso di punire nel modo peggiore la vittima, per chissà quali motivi che ovviamente non giustificano minimamente questo gesto. Chi è a capo di questo branco, perché c’è sempre un capo, ha voluto umiliare e infierire sul ragazzino. Dato che c’è stata una segnalazione mi auguro che verranno presi dei provvedimenti contro chi ha commesso questa atrocità”.
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