Aumentano i bisogni sociali e sanitari dei cittadini, diminuiscono i fondi per i Comuni; migliorano le entrate della Regione, cresce il numero dei Comuni in dissesto e pre-dissesto; aumenta la raccolta differenziata delle famiglie, lievita la Tari; si avverte più bisogno di sicurezza urbana, si riduce l’organico della polizia locale.
Sono solo alcuni dei paradossi del “caso Sicilia”, al centro della conferenza stampa di Anci Sicilia, in sala stampa dell’Assemblea regionale a palazzo dei Normanni, a cui hanno partecipato i vertici siciliani dell’Associazione nazionale dei Comuni siciliani: il presidente Paolo Amenta e il segretario generale, Mario Emanuele Alvano. La lista delle emergenze evidenziata da Anci è lunga. Al servizio degli assistenti ai disabili (Asacom), per esempio, servirebbero 80 milioni l’anno per le scuole materne, elementari e medie e 35 per le scuole superiori, che vengono erogati integralmente tramite città metropolitane e liberi consorzi.
Degli 80 milioni necessari invece ai Comuni, la Regione ne eroga solo 10. Nel dossier dato alla stampa l’associazione dei Comuni siciliani evidenzia diversi paradossi: per i disabili psichici, a fronte di un fabbisogno di 108 milioni per il ricovero di circa 3 mila disabili nelle comunità alloggio, la Regione l’anno scorso ai Comuni ne ha erogati appena 7. E così per i minori soggetti all’autorità giudiziaria. Servirebbero 50 milioni di euro all’anno, la Regione l’anno scorso ne ha distribuiti appena 1,5. O come per gli asili nido. In Sicilia circa 33 mila bambini avrebbero diritto all’asilo nido, per rispettare le indicazioni dell’Unione europea.
“Peccato che oggi – dicono il presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta e segretario generale, Mario Emanuele Alvano – a frequentare siano soltanto 13 mila degli aventi diritto, per mancanza di risorse. In sostanza, la Regione non mette un euro per sostenere i Comuni”. Stessa cosa per l’assistenza domiciliare anziani e disabili, è scritto nel report di Anci Sicilia. Pur essendoci un fabbisogno di 60 milioni per l’assistenza domiciliare di anziani e disabili, la Regione non dà neanche un euro ai Comuni.
“Sulla lotta alla povertà – dicono i vertici di Anci Sicilia – in questi ultimi anni è cresciuta a dismisura la povertà alimentare, sanitaria ed educativa. Ma anche in questo caso dalla Regione sono arrivati solo interventi spot. Come il fondo povertà gestito dall’Irfis: su 90 mila domande, solo 6 mila sono stati i beneficiari finali, col risultato che il problema povertà continua a ricadere sui sindaci”.
Per il trasporto degli alunni pendolari e disabili ai Comuni servirebbero 85 milioni, la Regione ne ha assegnati appena 7, mentre per garantire la mensa nelle scuole materne i Comuni stanziano nei bilanci 45 milioni di euro. “Servizi – concludono Amenta e Alvano -, la mensa e il tempo pieno, di cui le scuole elementari sono del tutto sfornite e per le quali bisognerebbe almeno raddoppiare la somma”. (foto arssicilia)
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