“Non c’è dubbio che oggi affrontiamo questo passaggio dentro un fatto politico di enorme rilevanza: siamo a meno di 24 ore dalla rimozione di un partito fondamentale per la coalizione di centrodestra, la Dc di Totò Cuffaro, cioè non sono stati rimossi gli assessori, ma un intero partito. Mi chiedo, e la politica ha il dovere di rispondere, se la magistratura parla di un sistema diffuso di condizionamento della vita pubblica piegato a interessi clientelari e corruttivi, cos’altro dobbiamo aspettarci? Siamo sicuri che le questioni di queste ore riguardino solo Cuffaro e il suo sistema? La decisione del presidente Schifani è una prima risposta, ma è davvero un atto sufficiente?”.
Così il presidente dell’Antimafia siciliana, Antonello Cracolici, nella relazione annuale sull’attività della commissione parlamentare in corso all’Assemblea siciliana. “Spetta al presidente della Regione e alle singole forze politiche definire le iniziative più efficaci per affrontare questa difficile situazione. Ma la commissione che presiedo ha l’obbligo di fornire una lettura più sistemica sulla situazione che viviamo in Sicilia – afferma Cracolici – Dobbiamo fare i conti con una diffusa pratica corruttiva nei confronti di pubblici amministratori: la cronaca giudiziaria ci ha consegnato decine di casi di corruzione che hanno riguardato centinaia di persone, svelando una condizione di ampia disponibilità che sta minando le fondamenta e la credibilità dell’amministrazione pubblica. L’autorità giudiziaria parla di ‘un diffuso e articolato sistema di corruzione’ che ha pratiche emulative estese anche ai livelli più bassi, contestazioni che investono esponenti politici, amministratori e funzionari pubblici in giro per la Sicilia in settori nevralgici: dalla somministrazione dei bandi portati a conoscenza a una ristretta cerchia di amici, alla gestione di un servizio sanitario come centro di favori e malaffare”.
Per il presidente dell’Antimafia siciliana “questa Regione è vissuta come un bancomat a cui attingere in ogni modo e con qualunque mezzo”. “Questa Assemblea non può girare la faccia di fronte a una tempesta che mina la credibilità stessa della Regione – prosegue – Una Regione sempre più piegata a interessi e intermediazioni e distante dai cittadini, preda per tanti predatori che ruotano intorno all’amministrazione. Predatori che hanno come unico obiettivo quello di costruire attorno all’utilizzo della macchina regionale il consenso, che diventa sempre più un consenso maleodorante”.
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