carlo sassi screenshot youtube - teleone.it
Una figura fra le più iconiche del calcio di ieri, che non c’è quasi più: fu il “papà” della moviola alla Domenica sportiva
Il mondo dello sport e della televisione italiana piange la scomparsa di Carlo Sassi, “padre” della moviola. Nato a Milano il 1° ottobre 1929, Carlo Sassi entrò in Rai nel 1960, iniziando subito a collaborare con La Domenica Sportiva. La sua visione innovativa trovò spazio in un’epoca in cui la televisione calcistica cercava linguaggi e strumenti nuovi. Proprio in quegli anni, Sassi intuì che il rallentatore delle immagini poteva trasformarsi in un mezzo rivoluzionario. Da lì nacque la moviola, che cambiò per sempre il modo di analizzare e vivere il calcio.
La sua invenzione si impose rapidamente come protagonista assoluta delle domeniche sportive. Non si trattava soltanto di un supporto tecnico, ma di un elemento capace di accendere dibattiti, discussioni e polemiche tra tifosi e addetti ai lavori. Grazie a Sassi, il calcio entrò in una nuova dimensione comunicativa: ogni dettaglio, ogni azione sospetta, poteva essere rivista e analizzata.
Il 22 ottobre 1967 segna una data storica: durante il derby Milan-Inter, un gol di Gianni Rivera fu convalidato dall’arbitro, ma la moviola mostrò che la palla non aveva oltrepassato interamente la linea di porta. Da quel momento lo strumento ideato da Sassi divenne imprescindibile, segnando un prima e un dopo nella storia della televisione sportiva.
Per decenni Carlo Sassi curò con passione la rubrica della moviola a La Domenica Sportiva, diventando un volto familiare per milioni di telespettatori. Negli anni Ottanta lanciò anche “Pronto moviola”, un segmento innovativo in cui commentava in diretta gli episodi della giornata calcistica, spesso confrontandosi telefonicamente con calciatori e allenatori.
Il rapporto tra Sassi e la Rai si protrasse fino al 1991. Successivamente, approdò a Mediaset, dove prese parte al programma “L’Appello del Martedì” e ad altri progetti televisivi. Nonostante ciò, il suo nome restò indissolubilmente legato alla Rai, rete che lo aveva lanciato e che lo accolse nuovamente poco dopo.
Nel 1992, infatti, tornò sul piccolo schermo con “Quasi Gol”, trasmissione condotta insieme a Sandro Ciotti. L’anno seguente partecipò a “Quelli che il calcio”, al fianco di Fabio Fazio e Marino Bartoletti, contribuendo fino al 2001 con la sua competenza e la sua ironia.
L’influenza di Carlo Sassi va ben oltre la tecnica televisiva. La sua moviola non solo cambiò il modo di raccontare il calcio, ma divenne parte integrante della cultura sportiva italiana. Generazioni di appassionati hanno discusso animatamente sugli episodi mostrati al rallentatore, rendendo la moviola un rituale della domenica.
Oggi, con la tecnologia del VAR, il calcio ha fatto ulteriori passi avanti, ma resta innegabile che il primo seme fu piantato da Sassi. La sua capacità di immaginare un nuovo strumento narrativo ha reso più ricco il dibattito calcistico e ha dato al pubblico il potere di “vedere meglio” ciò che accadeva in campo. Un’eredità che resterà viva nel cuore dei tifosi e nella memoria collettiva della televisione italiana.
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