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L’infermiera vuol fare sesso, lui toglie il camice e abbandona l’operazione chirurgica | La giustificazione shock del medico

Un caso shock, che è emerso soltanto a distanza di anni: l’accusa per un anestesista, ora il rischio di radiazione 

Un vero e proprio scandalo nella sanità britannica è esploso a seguito di un episodio che ha lasciato senza parole l’opinione pubblica. Il protagonista è Suhail Anjum, anestesista di 44 anni, in servizio presso il Tameside Hospital di Ashton-under-Lyne, alla periferia est di Manchester. Durante un intervento chirurgico avrebbe lasciato la sala operatoria, con un paziente già anestetizzato sul lettino, per intrattenersi in un rapporto intimo con un’infermiera. La vicenda, avvenuta a settembre 2023, è diventata pubblica solo ora grazie alle indagini del Medical Practitioners Tribunal Service (MPTS).

Il clamore mediatico non deriva solo dall’atto in sé, ma dal contesto gravissimo in cui è avvenuto. In quel momento la vita di un paziente era affidata all’anestesista, figura centrale in sala operatoria. Il General Medical Council (GMC) ha definito la condotta “inaccettabile e non professionale”, sottolineando i rischi potenziali legati a un comportamento di questo tipo. L’udienza disciplinare, avviata di recente, si concluderà il 17 settembre 2025 e potrebbe portare alla radiazione del medico dall’albo professionale.

Secondo la ricostruzione dei fatti, Anjum avrebbe chiesto a una collega di “sorvegliare” il paziente per una breve pausa, che in realtà si trasformò in circa otto minuti di assenza. In quel lasso di tempo si recò in un’altra stanza per incontrarsi con un’infermiera. A scoprire la scena fu una terza infermiera, rimasta scioccata dall’accaduto, che decise di avvisare immediatamente i superiori, facendo scattare l’indagine interna.

Il medico, già finito sotto i riflettori per la sua carriera internazionale, aveva vissuto un periodo in Pakistan prima di chiedere di rientrare a lavorare nel Regno Unito. Oggi si trova al centro di un caso che ha assunto risonanza globale e che potrebbe definitivamente comprometterne il futuro professionale. La sua figura è diventata simbolo di un tradimento del rapporto di fiducia tra paziente e medico.

La violazione dei doveri di medico

Dalle prime indagini interne è emerso che il paziente non subì conseguenze dirette dall’assenza del medico. L’intervento chirurgico, al ritorno di Anjum, venne portato a termine senza complicazioni. Tuttavia, per i vertici ospedalieri, il problema resta di natura etica e professionale: il semplice fatto di aver abbandonato la sala operatoria in una fase delicata dell’operazione rappresenta una violazione gravissima dei doveri medici.

L’avvocato dell’ospedale, Andrew Molloy, ha evidenziato che “nessun danno è stato arrecato al paziente”, ma ha ribadito che la leggerezza del gesto non può essere ignorata. Durante l’udienza, Anjum ha ammesso le proprie responsabilità e si è dichiarato “profondamente vergognato”, presentando pubbliche scuse e assumendosi la colpa di un comportamento che egli stesso ha definito “sbagliato e inaccettabile”.

operazione chirurgica – foto archivio teleone.it

“Ero fortemente stressato”

In sua difesa, il medico ha raccontato di vivere un periodo estremamente difficile sul piano personale. Ha ricordato la nascita prematura del figlio e le forti tensioni legate a problemi di salute mentale e stress. “La mia vita privata ha influito negativamente sul mio lavoro”, ha dichiarato davanti ai giudici, aggiungendo di essere pentito e consapevole delle conseguenze.

Nonostante le scuse e la dichiarata volontà di rimediare, il tribunale disciplinare non sembra intenzionato a chiudere un occhio. Il cuore della vicenda non è tanto l’assenza di un danno concreto al paziente, quanto la perdita di credibilità e di fiducia che rappresenta un colpo durissimo per l’intero sistema sanitario britannico. La sentenza definitiva è attesa nei prossimi mesi, ma le probabilità di una radiazione dall’albo restano elevate, lasciando la carriera di Anjum in bilico.

Marco Bianchetti

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