Impronta indelebile, è stato il re della tv italiana: Pippo Baudo se ne è andato a 89 anni

È morto Pippo Baudo. All’età di 89 anni si è spento a Roma il conduttore televisivo, autore televisivo e conduttore radiofonico italiano.

All’anagrafe Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo, detto Pippo, era nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno del 1936.

Tra i presentatori più conosciuti della televisione italiana, aveva esordito nei primi anni sessanta ed è stato uno dei volti più importanti della tv.

Se ne è andato in silenzio, come (quasi) in silenzio è stato nell’ultimo anno. Pippo Baudo è scomparso, all’età di 89 anni, dopo una lunga malattia. L’ultima apparizione in tv risale al 16 ottobre 2021 quando era stato “ballerino per una notte” a Ballando con le stelle.

Lunga e decisamente più che fortunata, seppure non priva di inciampi, è stata la carriera di Baudo che ha legato il suo nome ad alcune tra le trasmissioni più celebri della televisione italiana, dal Festival di Sanremo a Domenica in, da Fantastico a Serata d’onore e a Canzonissima e ha scoperto e lanciato artisti del calibro di Andrea Bocelli, Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Michelle Hunziker, Giorgia, Irene Grandi, Gigi D’Alessio, Al Bano e Romina Power, Tullio Solenghi, Lorella Cuccarini e Heather Parisi. Senza dimenticare, naturalmente, Beppe Grillo. “L’ho inventato io!” è stato il tormentone con cui tante parodie hanno ricordato i suoi meriti di grande talent scout.

Baudo, il cui nome di battesimo era Giuseppe Raimondo Vittorio, era nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936. L’esordio in televisione (dopo una laurea in giurisprudenza rimasta nel cassetto) risale ai primi anni Sessanta ma è nel 1966 che il conduttore ottiene il suo primo successo con Settevoci, primo tassello di una carriera durata oltre 60 anni e vissuta quasi esclusivamente in Rai dove ha lasciato un’impronta indelebile.

Dopo il successo (inatteso) di Settevoci a Baudo viene affidato per la prima volta la conduzione del Festival di Sanremo: sul palco del teatro Ariston salirà, come presentatore ma anche come direttore artistico, altre undici volte diventandone il conduttore più presente. Negli anni Settanta eredita da Corrado (ritratto con lui in una memorabile foto nello studio di Sabato sera insieme a Mike Bongiorno ed Enzo Tortora, i “quattro moschettieri” della tv) Canzonissima. La conduce due volte, prima con Loretta Goggi e, poi, con Mita Medici. Poi arrivano i quiz: Spaccaquindici (sul Secondo Programma, al posto di Rischiatutto di Mike Bongiorno), Un colpo di fortuna e Secondo voi.

Dopo Luna Park arriva, ereditata anch’essa da Corrado, Domenica in: Baudo conduce il contenitore della domenica pomeriggio (nato egli anni dell’austerity per invogliare gli italiani a stare a casa) fino al 1985. Sono anni di grandi soddisfazioni per il conduttore che lega il suo nome a programmi entrati nella storia dei varietà televisivi come Fantastico e Serata d’onore; nel frattempo continua con grande successo l’esperienza del Festival di Sanremo.

Nel 1987 l’allora presidente della Rai Enrico Manca in un’intervista lo definisce in senso dispregiativo “nazional-popolare”. Baudo decide così di accettare l’offerta astronomica di Silvio Berlusconi (cinquanta miliardi) e trasloca sulla tv commerciale. L’esperienza in Fininvest (oggi Mediaset) non si rivela, però, fortunata nonostante Baudo abbia incassato anche la nomina di direttore artistico, provocando peraltro i malumori di alcuni colleghi che già si trovano lì. Dopo l’insuccesso di Festival, condotto insieme a Lorella Cuccarini, Baudo decide di rescindere il contratto. Per onorare l’accordo economico è costretto a cedere un palazzo che possiede a Roma e che ancora oggi, sede di Medusa e del Tg5, viene scherzosamente definita tra gli addetti ai lavori “la palazzina Baudo”.

Il ritorno in Rai avviene su Raidue con una nuova edizione di Serata d’onore prima di tornare alla guida di Domenica in. Inizia una nuova catena di successi, a partire da Luna Park, un quiz che mette in campo non solo come conduttore ma anche come direttore artistico di Raiuno e con il quale riesce a risollevare la fascia preserale della rete fino ad allora dominio incontrastato di Canale 5 dove Mike Bongiorno conduce La ruota della fortuna. Seguono Gran Premio, Fantastico, Partita doppia, Numero Uno, Papaveri e papere e Mille lire al mese, gli ultimi due condotti insieme a Giancarlo Magalli.
Per i giornali è, ormai, “Super Pippo” ma il successo non gli evita le grane giudiziarie: nel maggio 1996, infatti, Baudo viene accusato di avere chiesto compensi personali extra per interpretare in maniera più convincente le telepromozioni pubblicitarie all’interno di alcuni programmi. L’accusa è, tra le altre, di concussione e di associazione a delinquere; due anni dopo il conduttore patteggia e risarcisce il fisco e le aziende danneggiate.

Nel frattempo Baudo è tornato a Mediaset ma l’esperienza è ancora tutt’altro che positiva.
Stavolta per rientrare in Rai accetta di entrare dalla “porta laterale” con la conduzione di Giorno dopo giorno, un quiz pomeridiano i cui buoni risultati lo traslocano in prima serata con il titolo di Novecento. Tre anni dopo, però, è di nuovo su Raiuno e ancora una volta alla guida del Festival di Sanremo. Dopo le nuove edizioni di Domenica in, Sanremo e Serata d’onore e quelle del preserale Ieri, oggi e domani, l’attività di Baudo inizia a farsi un po’ meno intensa e nella stagione 2015-2016 per la prima volta dopo oltre cinquant’anni di carriera non presenta alcun programma ma si limita a intervenire come ospite in programmi e talk show. Recupera nella stagione successiva quando torna alla guida di Domenica in (per la tredicesima volta) e prende parte al programma I fatti vostri dell’amico Michele Guardì con la rubrica quindicinale “Storie di televisione”.

Seguono la conduzione (con Fabio Rovazzi) di Sanremo Giovani e, soprattutto, la serata evento Buon compleanno… Pippo con cui, il 7 giugno 2019, il conduttore viene celebrato da amici e colleghi come Fiorello, Laura Pausini, Al Bano e Romina Power, Ficarra e Picone e Jovanotti per gli 83 anni di età e i 60 di carriera. Un tributo dovuto e, insieme, una sorta di commiato a uno dei grandi protagonisti della storia della televisione italiana.

redazione

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