Secondo l’ultimo aggiornamento, sono 27 le vittime accertate dei due naufragi avvenuti a largo di Lampedusa. Secondo quelli che sono stati i drammatici racconti dei superstiti, i dispersi dovrebbero essere complessivamente fra 30 e 40. La camera mortuaria dell’isola ha spazi limitati e i medici del Poliambulatorio dell’isola devono procedere velocemente agli accertamenti. Secondo quanto si apprende i profughi, partiti dalla Libia, sarebbero di nazionalità Pakistana, Sudanese e Somala. Tra i superstiti 4 avrebbero problemi sanitari, come alcune fratture, e sono ricoverati in osservazione. Tra le salme c’è anche quella di una bimba di un anno circa. Le ricerche dei dispersi vanno avanti e si sta cercando di fare in fretta prima che cali il sole.
“C’è chi, appena arrivato a terra, si è inginocchiato ai nostri piedi, per ringraziare Dio di essere giunto sano e salvo”, racconta un soccorritore della Croce Rossa. “Quando abbiamo offerto loro dell’acqua, ci hanno guardato come se gli stessimo facendo il dono più grande – dice -. Un altro ragazzo era abbracciato dai suoi compagni di viaggio, ci ha detto che ha perso il fratello. E’ giovanissimo”. Un egiziano ha riferito di aver perso i 3 cugini. “Stamattina, quando abbiamo saputo del naufragio, eravamo pronti a preparare il latte e i kit per i bambini, ma loro non sono mai arrivati”, ha concluso l’operatore.
“Avevo mio figlio di un anno e mezzo in braccio e c’era mio marito accanto a noi. Poi l’inferno. Ho perso entrambi tra le onde“. Questo uno dei racconti dei superstiti, da parte di una donna somala. Scene strazianti, secondo le ricostruzioni che sono state fatte, con persone che cercavano di aggrapparsi al natante semiaffondato, mentre altri scomparivano tra le onde. Un’altra donna somala dice di aver perso la sorella minore.
“Quando si consuma una tragedia come quella di oggi, con la morte di decine di persone nelle acque del Mediterraneo, sorge in tutti noi un forte sentimento di sgomento e compassione. E ci troviamo a misurare l’inumano cinismo con cui i trafficanti di esseri umani organizzano questi loschi viaggi. Insieme al profondo cordoglio per le vittime, alla pietà per quanti hanno perso la vita, rinnoviamo pertanto l’impegno a contrastare questi trafficanti senza scrupoli nell’unico modo possibile: prevenire le partenze irregolari, gestire i flussi migratori”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo il naufragio di Lampedusa.
“Che la tragedia di oggi sia avvenuta nonostante un dispositivo internazionale pronto e operativo ci avverte, infatti, che il doveroso intervento di soccorso non è una misura sufficiente e, soprattutto, non risolve le cause del drammatico problema”, ha aggiunto la premier. A parlare di quanto avvenuto è stato anche il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega, Matteo Salvini: “I morti di Lampedusa mi addolorano profondamente: oltre alla commozione e alle preghiere, abbiamo il dovere di impegnarci per contrastare i trafficanti di esseri umani che sono i veri e soli responsabili dell’ennesima tragedia, insieme agli ultrà dell’accoglienza”.
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