Aperturadestra

Nuovo look per la zona industriale di Carini e per le infrastrutture: intervento da 12 milioni di euro

Un intervento da oltre 12 milioni di euro (8 dai fondi Zes, 4,3 dal Fondo sviluppo e coesione) per riqualificare la zona industriale di Carini e le infrastrutture circostanti: il progetto, redatto dall’Istituto regionale sviluppo attività produttive (Irsap), punta a offrire un nuovo volto all’area entro un anno, dal momento che la data entro cui andranno ultimate le opere è il 15 maggio 2026.

I cantieri sono stati aperti nel pomeriggio di ieri alla presenza tra gli altri dell’assessore regionale alla Attività produttive Edy Tamajo e del sindaco di Carini Giovì Monteleone.

Sono previsti il rifacimento del manto stradale, la realizzazione di due rotatorie, la manutenzione dei viadotti e delle barriere di protezione, il completamento dell’illuminazione pubblica e l’installazione di nuova segnaletica: gli interventi interesseranno le vie Don Luigi Sturzo, Padre Francesco Randazzo, Angelo Russello, Don Lorenzo Milani, Matteo Picone, Archimede, Mariano Di Trapani, via delle Industrie e via Val di Mazara, i viadotti Don Luigi Sturzo e Don Milani est. A ciò si aggiunge l’installazione di un’antenna 5g, che sarà attiva entro un mese al fine di dotare l’area industriale di tecnologie super avanzate.

“In meno di un anno la zona industriale di Carini potrà avere una viabilità più sicura e funzionale per le imprese che vi operano – sottolinea in una nota il presidente della Regione Renato Schifani, – Anche questo investimento riflette l’attenzione del mio governo verso il mondo produttivo, coltivando una proficua collaborazione con gli enti locali per raggiungere risultati concreti e significativi per la comunità. Il futuro economico della nostra Regione è una priorità. Anche attraverso questa iniziativa miglioreremo la competitività delle aziende del territorio”.

“Decoro, servizi e opere di urbanizzazione primaria”

Per Tamajo l’aspetto prioritario è che “le aziende debbano lavorare in luoghi dove ci siano decoro, servizi e opere di urbanizzazione primaria: da questo punto di vista abbiamo voluto investire, attraverso il Fondo sviluppo e coesione, su diverse porzioni del territorio siciliano. Su Carini abbiamo investito circa 12,5 milioni di euro: finalmente l’area industriale verrà riqualificata, oggi siamo qui per rispettare i tempi e gli impegni presi. Oggi partirà il cantiere, noi faremo attenzione a tutti i lavori che verranno fatti: siamo convinti che quest’area industriale vada potenziata e riqualificata, noi ci stiamo investendo molto perché è un cuore pulsante del mondo produttivo siciliano; abbiamo trovato tanto abusivismo qui, attraverso la riforma che abbiamo attuato stiamo dando la possibilità agli industriali di mettersi in regola”. Allargando lo sguardo al resto dell’isola, prosegue l’assessore, “stiamo cercando di mettere a terrà tutte le risorse del Po-Fesr: abbiamo investito sulle aree industriali e la Sicilia oggi è particolarmente attrattiva dal punto di vista commerciale, per cui puntiamo a dare la possibilità alle imprese di venire a investire in Sicilia e trovare aree disponibili per fare impresa, rafforzare la competitività e crescere”.

Soddisfatto anche Monteleone: “Finalmente la zona industriale diventa protagonista del territorio di Carini, perché prima era considerata un’area ‘spuria’: noi abbiamo insistito perché avesse servizi e strutture adeguate al forte sviluppo che sta avvenendo. La nostra area industriale, pur essendo più piccola di quella di Termini Imerese, è quella che ha più attività nella provincia di Palermo. Abbiamo fatto la nostra parte per sollecitare questa ristrutturazione, puntando sui servizi della nettezza urbana che prima non esistevano, come se questa parte non rientrasse nel Comune di Carini: noi invece su questo abbiamo spinto, perché quest’area è il polmone dell’economia carinese. Per attrarre nuovi investimenti abbiamo insistito sulla funzionalità del depuratore, che prima funzionava a fasi alterne mentre ora può svolgere il riciclo delle acque reflue al fine di utilizzarle per scopi industriali o agricoli”. (foto italpress) 

redazione

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