Nuove responsabilità, con l’inchiesta che va avanti. Nell’indagine aperta in seguito alla morte del sub olandese Rob Cornelis Huijben, avvenuta lo scorso 9 maggio durante le operazioni di recupero del veliero Bayesian a Porticello, ci sono altri due indagati: Willem Mange Woute, responsabile della sicurezza, e Jeroen Mooij, direttore del cantiere.
In precedenza era stato indagato De Kam Pieter Leedert Willem, legale rappresentante della società olandese Smit Salvage, per cui lavorava Huijben.
Per entrambi le ipotesi di reato formulate dalla Procura di Termini Imerese sono di omicidio colposo e violazione delle disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro.
Il sostituto procuratore Raffaele Cammarano e la procuratrice facente funzioni Concetta Federico hanno accertato, come riporta ansa, nuovi possibili profili di responsabilità. Da quanto si apprende la società olandese, che nel frattempo ha rinunciato all’incarico in favore di un’azienda di Olbia, non avrebbe i requisiti minimi per eseguire questo tipo di lavorazioni subacquee: i suoi dipendenti non avrebbero la formazione necessaria e la società non è iscritta al Repertorio della Regione Siciliana, come prevede il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro.
Il 9 maggio il 39enne sommozzatore olandese morì per l’esplosione di una sacca di idrogeno che si era prodotta durante il taglio della cerniera che lega il boma del veliero all’albero di 72 metri. L’idrogeno sarebbe stato innescato dalla fiamma ossidrica utilizzata per il taglio.
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