Ultim’ora – Ufficializzati i nuovi aumenti: finalmente sul conto corrente arrivano più soldi | Ecco la lista dei fortunatissimi

soldi (pexels) - teleone.it

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Le novità sono attese a brevissimo nelle buste paga degli italiani: ecco tutti i dettagli della “sorpresa”.

Il tema degli stipendi in Italia è tornato con forza al centro del dibattito politico e sociale. Da anni si discute della bassa retribuzione media nel nostro Paese, che resta sotto la media europea. In particolare, le categorie più penalizzate sono quelle del comparto pubblico non dirigenziale, come gli insegnanti. Un docente italiano della scuola secondaria guadagna, in media, tra i 1.300 e i 1.600 euro netti al mese, a fronte di una paga ben più alta in Francia, Germania o nei Paesi nordici, dove si superano i 2.500 euro mensili.

L’Italia è tra i pochi Stati in Europa dove, negli ultimi vent’anni, gli stipendi reali sono diminuiti. Questa situazione ha innescato una lunga serie di mobilitazioni sindacali, che hanno coinvolto i settori dell’istruzione, della sanità e della pubblica amministrazione. La richiesta comune? Aumenti salariali in grado di restituire potere d’acquisto ai lavoratori, eroso dall’inflazione crescente.

I sindacati non rivendicano solo aumenti immediati, ma anche un sistema pensionistico più equo. Con la crescente precarizzazione del lavoro e i versamenti contributivi discontinui, sempre più italiani rischiano di andare in pensione con assegni insufficienti. CGIL, CISL e UIL continuano a denunciare il rischio di povertà pensionistica per milioni di cittadini.

Nel frattempo, il dibattito si infiamma anche a causa di alcuni recenti sviluppi sui contratti pubblici. A fronte della stagnazione degli stipendi per molte categorie, una parte della dirigenza pubblica si prepara a ricevere aumenti considerevoli.

Il tema caldo e il parere dei sindacati

Fra i temi caldi, innanzitutto, sono tornati i premi per merito. L’atto di indirizzo del ministro Zangrillo prevede l’introduzione di riconoscimenti selettivi per dirigenti che ottengono performance eccellenti. In casi specifici, questi premi potranno sfociare anche in promozioni, ma non è detto che si traducano in nuovi incentivi economici. Il rischio concreto, in questo caso, è quello di aumentare ulteriormente le distanze tra i lavoratori della pubblica amministrazione. Mentre ai dirigenti vengono riconosciuti incrementi significativi, il personale intermedio e operativo continua a combattere con stipendi stagnanti e carenza di risorse.

La disparità salariale tra dirigenti e impiegati pubblici, ma anche tra Italia ed Europa, resta dunque un tema cruciale. La risposta definitiva potrà arrivare solo da una riforma strutturale del sistema retributivo, che tenga conto della dignità e del valore del lavoro a tutti i livelli.

busta paga (foto archivio teleone.it) - teleone.it
busta paga (foto archivio teleone.it) – teleone.it

Aumenti fino a 1000 euro al mese: chi sono i fortunati?

Ma andiamo a vedere chi avrà i maggiori vantaggi dagli aumenti. Secondo l’Aran, nel quadro del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale per l’alta dirigenza della pubblica amministrazione, sono previsti aumenti mensili medi di 580 euro, pari al +6%. I beneficiari saranno circa 6.000 dirigenti appartenenti a ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici.

I più fortunati? I dirigenti di prima fascia, che riceveranno fino a 1.000 euro lordi in più al mese. Per la seconda fascia l’aumento sarà di circa 570 euro. I professionisti degli enti previdenziali riceveranno incrementi intorno ai 650 euro, mentre i dirigenti del Ministero della Salute, Aifa, Inps e Inail si dovranno “accontentare” di 450 euro lordi in più. Ma, come anticipato, il fronte sindacale, guidato dalla FP CGIL, non ci sta. Il sindacato sottolinea come l’aumento del 6% previsto sia largamente insufficiente a compensare l’inflazione complessiva registrata tra il 2022 e il 2024, che ha superato il 16%. “Di fatto – dice la CGIL – si tratta di un recupero parziale e poco efficace”, soprattutto se si considera che l’indennità di vacanza contrattuale e l’una tantum di dicembre 2023 sono già stati anticipati. Inoltre, non sono previsti arretrati per il biennio 2022-2023, e resta in sospeso il capitolo legato allo smart working, buoni pasto e alla continuità degli incarichi, tema che genera veri e propri “buchi retributivi” per i dirigenti. La CISL FP, pur con un approccio meno polemico, spinge per una distribuzione rapida delle risorse residue per la tornata contrattuale 2022-2024.