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Palermo, fra incendi, vendette e racket lo Zen travolto da una spirale di violenza: si cercano i responsabili

Un quartiere sotto scacco, dove ogni giorno può diventare teatro di agguati, vendette e intimidazioni. L’ultimo episodio in ordine di tempo ha visto un uomo brutalmente pestato e poi sfuggito per miracolo a un incendio appiccato nella sua baracca in via Gino Zappa. Le fiamme hanno distrutto tutto e ucciso il cane della vittima, rimasto intrappolato all’interno.

La tensione, insomma, cresce tra i casermoni del quartiere, dove il controllo del territorio sembra essere al centro di una guerra tra clan. L’uomo aggredito ha riportato traumi alla testa e varie lesioni, ma sarebbe fuori pericolo. Resta forte però il sospetto che si tratti di un tentato omicidio inserito in un contesto ben più ampio.

Negli ultimi mesi lo Zen è stato teatro di numerosi atti violenti: negozi bruciati, veicoli distrutti, colpi di pistola contro obiettivi precisi. Solo in via Gino Zappa una macelleria è stata saccheggiata e poi data alle fiamme, mentre in via Ignazio Mormino è stata presa di mira una sala scommesse. A fare da cornice a questo inferno urbano, l’incendio di un’auto in via Smith.

Le indagini sono in corso, ma le ipotesi più accreditate portano verso una faida per il controllo di droga e gioco d’azzardo. Secondo la squadra mobile, i proventi dello smercio di stupefacenti vengono reinvestiti in scommesse online illegali, un circuito che moltiplica in poco tempo il denaro delle cosche.

Il focolaio della violenza: tutto da una rissa

Il 9 marzo sarebbe stata  la data di innesco di questo conflitto tra famiglie criminali. Una rissa in via Costante Girardengo sarebbe degenerata in un accoltellamento. Il ferito, un pregiudicato di 31 anni legato al narcotraffico, era stato colpito con sei fendenti, uno dei quali gli aveva perforato un polmone.

Pochi istanti dopo, in un clima da far west urbano, erano stati esplosi diversi colpi di pistola contro un bar noto della zona, probabilmente per “vendicare” l’aggressione. Da lì in poi, è stato un susseguirsi di atti violenti che hanno messo a ferro e fuoco interi isolati dello Zen, alimentando una spirale di terrore difficile da spezzare.

Fuoco e paura: il racket dietro le fiamme

Gli investigatori hanno contato numerosi ferimenti a colpi d’arma da fuoco, incendi dolosi contro attività riconducibili ai vari gruppi coinvolti nella faida. Tra queste, una polleria, un gazebo usato da un venditore ambulante, e un’altra macelleria che prima è stata svaligiata e poi completamente distrutta dalle fiamme.

L’escalation della violenza sembra confermare l’intento di alcuni gruppi di “pulire” il quartiere da rivali scomodi, in una lotta per il predominio economico e territoriale. La mancanza di un controllo costante da parte delle forze dell’ordine lascia spazio a regolamenti di conti privati, in cui le vittime diventano bersagli “strategici” in una guerra che non conosce regole né pietà. (foto archivio) 

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redazione

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