L’Etna, dopo l’imponente colata lavica dell’8 febbraio 2025, torna a farsi sentire. A distanza di un mese, l’attività stromboliana si è riaccesa con forza, accompagnata da forti boati e da una nuova emissione di lava.
I segnali dell’eruzione sono stati registrati dai sistemi di monitoraggio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che ha rilevato un aumento significativo dei tremori all’interno dei condotti magmatici.
Secondo i dati dell’Osservatorio Etneo di Catania, la lava fuoriesce dai crateri sommitali e si sta dirigendo verso quota 1800 metri, senza al momento minacciare centri abitati. Il fenomeno, accompagnato da un’attività sismica in crescita, è attentamente monitorato dagli esperti, che studiano ogni possibile evoluzione dell’eruzione.
Il ritorno dell’attività vulcanica non ha provocato particolari disagi, ma desta attenzione tra i residenti e gli studiosi.
Gli esperti hanno segnalato un incremento del livello di tremore, passato da medio a medio-alto. Questo potrebbe indicare un’intensificazione dell’eruzione nei prossimi giorni. L’assenza di nubi di cenere nell’atmosfera è un dato rassicurante per il momento, ma la situazione resta in costante evoluzione.
L’INGV continua a monitorare il fenomeno con aggiornamenti regolari, per valutare eventuali rischi legati alla nuova fase eruttiva. Sebbene non vi siano segnali di pericolo imminente, l’attenzione resta alta per garantire la sicurezza della popolazione.
Nonostante l’eruzione in corso, l’attività vulcanica dell’Etna non ha compromesso la normale operatività dell’aeroporto di Catania-Fontanarossa. Al momento, non si registrano ritardi o cancellazioni dei voli.
Le autorità aeroportuali stanno monitorando costantemente la situazione per intervenire tempestivamente in caso di peggioramento. La priorità resta garantire la sicurezza dei passeggeri e del traffico aereo. (foto cataniaoggi.it)
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