Cronaca

Strage di Ustica, “nessun colpevole”: la procura di Roma chiede l’archiviazione

Dopo oltre 40 anni, la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla tragedia del Dc-9 Itavia del 27 giugno 1980.

Sembra destinato a rimanere irrisolto il mistero della strage di Ustica. La procura di Roma ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di archiviare l’ultima inchiesta sulla tragedia che, la sera del 27 giugno 1980, costò la vita a 81 persone a bordo del volo Dc-9 Itavia. Gli inquirenti confermano che lo scenario più accreditato resta quello della battaglia aerea, scartando definitivamente l’ipotesi di una bomba esplosa all’interno dell’aereo.

Nonostante anni di indagini, rogatorie internazionali e testimonianze, la nazionalità dei caccia che sorvolavano i cieli di Ustica quella sera rimane sconosciuta. Gli investigatori ritengono che proprio quei velivoli in assetto da guerra siano stati la causa dell’abbattimento dell’aereo di linea che volava da Bologna a Palermo. Tuttavia, l’assenza di prove concrete rende impossibile individuare i responsabili.

Le richieste di collaborazione inviate a diversi Paesi, in particolare a Francia e Stati Uniti, non hanno portato ai risultati sperati. Secondo i magistrati italiani, molte delle risposte ricevute sarebbero state incomplete, imprecise e talvolta persino fuorvianti, rendendo di fatto impossibile arrivare a una verità processuale.

Nonostante l’archiviazione, la strage di Ustica resta uno degli eventi più controversi e dolorosi della storia italiana recente. I familiari delle vittime continuano a chiedere giustizia e trasparenza sulle reali cause della tragedia.

Un mistero lungo oltre 40 anni

Dal 1980 a oggi, diverse inchieste hanno tentato di far luce su quanto accadde quella notte nei cieli del Tirreno. Nel corso degli anni, sono state avanzate molte ipotesi, ma il quadro generale ha sempre indicato un coinvolgimento di aerei militari in un’operazione di guerra non ancora chiarita.

La pista della bomba è stata esclusa dalle perizie e dalle analisi condotte nel tempo, mentre la teoria dello scontro tra caccia è stata confermata da numerosi esperti. Nonostante ciò, il muro di omertà internazionale ha impedito di ottenere risposte certe sui responsabili.

Le difficoltà delle indagini

Le rogatorie internazionali inviate ai governi stranieri non hanno mai prodotto informazioni decisive. Gli Stati coinvolti non hanno mai fornito piena collaborazione e i documenti rilasciati spesso risultavano incompleti o contraddittori. Questo atteggiamento ha reso estremamente difficile per i magistrati italiani ricostruire con esattezza i fatti.

Oggi, con l’archiviazione dell’inchiesta, la speranza di conoscere la verità ufficiale si affievolisce.

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redazione

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