La notte scorsa Papa Francesco ha riposato tranquillamente, come riportato dal comunicato ufficiale della Sala Stampa Vaticana. Dopo dieci giorni di ricovero al Policlinico Gemelli, il Pontefice sembra aver superato la crisi respiratoria che lo aveva colpito nei giorni scorsi, costringendolo all’uso di ossigeno ad alti flussi. Tuttavia, per agevolare la respirazione, il Papa continua a ricevere ossigeno tramite i “naselli”.
Le analisi cliniche, che proseguono senza sosta, hanno evidenziato la presenza di una piastrinopenia, ossia una riduzione delle piastrine nel sangue, associata ad anemia. Questa condizione ha reso necessaria la somministrazione di emotrasfusioni per supportare l’organismo del Santo Padre. I medici rimangono vigili, monitorando attentamente l’evoluzione della situazione, data la possibilità di complicazioni come la sepsi, un’infezione sistemica potenzialmente grave.
La sepsi è una risposta estrema del corpo a un’infezione, che può portare a danni agli organi e, nei casi più gravi, risultare fatale. Si manifesta quando l’organismo reagisce in modo eccessivo a un’infezione, scatenando una risposta infiammatoria diffusa. Tra i sintomi principali vi sono febbre alta, respiro accelerato, battito cardiaco elevato e confusione mentale. La diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato sono essenziali per evitare conseguenze critiche.
La piastrinopenia è una condizione caratterizzata da un basso numero di piastrine nel sangue, con conseguente rischio di sanguinamenti e difficoltà nella coagulazione. Associata all’anemia, che indica una ridotta quantità di globuli rossi e di emoglobina, può compromettere l’ossigenazione dei tessuti e provocare affaticamento e debolezza. Per questo motivo, le trasfusioni di sangue risultano cruciali per stabilizzare la situazione del Pontefice.
Nonostante il ricovero, Papa Francesco ha voluto far sentire la sua voce attraverso un’omelia preparata per il Giubileo dei Diaconi. Il testo, letto dall’arcivescovo Rino Fisichella nella Basilica Vaticana, sottolinea l’importanza del perdono come fondamento della convivenza umana. “Un mondo dove per gli avversari c’è solo odio è un mondo senza speranza”, ha affermato il Papa, ribadendo la necessità di riconciliazione per un futuro di pace e unità.
Durante la celebrazione, sono stati ordinati 23 nuovi diaconi provenienti da diverse parti del mondo, un segno di continuità e di speranza per la Chiesa.
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