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Per il Palermo Dionisi non si tocca, il tecnico: “Non vado via, problemi da affrontare”

La crisi c’è, e dopo quasi mezzo campionato è impossibile affermare il contrario. Così come la confusione che regna dal punto di vista tattico e motivazionale nel Palermo, reduce da un’altra sconfitta interna contro il Catanzaro.

Il City group avrebbe già discusso della debacle del Barbera contro i calabresi, e deciso che, al momento, non sarà il tecnico Alessio Dionisi a pagare le conseguenze del momentaneo periodaccio. L’allenatore rimane dunque alla guida della squadra rosanero, ma il club ha deciso nel contempo per il proseguimento del ritiro iniziato la scorsa settimana.

Quella che inizia oggi è quella che porterà ad un’altra sfida, sulla carta proibitiva, contro il Sassuolo “schiacciasassi”, e cambiare adesso sarebbe stata valutata come una decisione azzardata. Una scelta dettata anche dal modus operandi  del City group, raramente propenso a cambi in panchina a stagione in corso, come dimostrato dall’esperienza Corini.

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Dionisi, intanto, allontana con decisione la parola “dimissioni”, e spiega il perché. “Sarebbe assurdo. Mi sento responsabile e colpevole, ci sta che i tifosi se la prendano con me”.

In un momento delicato per la squadra, il tecnico è l’unico a parlare, mostrando determinazione e autocritica. “Non giro le spalle alle difficoltà: ho dimostrato nella mia carriera di avere carattere. Resteremo in ritiro qui in città per affrontare il problema e parlarne. Non cerchiamo colpevoli, ma soluzioni”. (continua sotto la foto)

La guida del Palermo ha analizzato la partita col Catanzaro, riconoscendo i meriti degli avversari: “Una squadra ha fatto molto di più dell’altra ma ha perso. Noi, da venti metri, non riusciamo a mettere la palla sotto il sette”. Non manca un riferimento all’attaccante Brunori, non al meglio fisicamente: “Aveva solo mezz’ora nelle gambe per un problema al polpaccio. Lo sapevo già ieri ma non potevo dirlo”.

Dionisi respinge poi con fermezza ogni insinuazione su eventuali tensioni interne: “Non c’è nessuna guerra, non sono qui per fare epurazioni o allenare una squadra nuova. Ora ci siamo dentro, bisogna metterci faccia e cuore”. Sul rigore negato al Palermo, conclude: “Sembrava netto, ma non cerchiamo alibi”.

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redazione

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