Padre Giacomo Ribaudo, conosciuto come il “prete antimafia”, è scomparso all’età di 80 anni dopo una lunga malattia a Palermo.
Nonostante l’etichetta di “prete antimafia” non gli piacesse, la sua vita è stata profondamente segnata dalla sua instancabile attività pastorale nei quartieri più difficili del capoluogo siciliano, dove il fenomeno mafioso era una realtà quotidiana.
Il parroco ha sempre sottolineato che il ruolo della Chiesa doveva essere culturale e sociale, lasciando alla magistratura e allo Stato il compito di reprimere i crimini. “Noi dobbiamo annunciare il Vangelo e difendere i deboli, promuovere la giustizia e la solidarietà contro ogni forma di prepotenza e di prevaricazione”, diceva.
Era convinto che i parroci dovessero alzare la voce contro la mafia e denunciare senza esitazione anche le complicità politiche e istituzionali.
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Nel 1993, durante la sua attività come parroco della Magione, di Maria Santissima del Carmelo ai Decollati e di San Giuseppe di Villabate, padre Ribaudo chiese ai mafiosi di convertirsi. Raccontò in un’intervista che alcuni di loro gli avevano riferito che Bernardo Provenzano avrebbe voluto dissociarsi dalla mafia, un fatto che però non si verificò mai.
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