Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede e considerata parte della cerchia stretta di Matteo Messina Denaro, sarà processata con rito immediato. La decisione è stata presa dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, che hanno chiesto e ottenuto l’accelerazione del processo dal giudice per le indagini preliminari.
Secondo le indagini coordinate dal procuratore Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova, Martina Gentile avrebbe svolto un ruolo cruciale nella rete di supporto del boss. È ritenuta uno dei messaggeri per i “pizzini” di Messina Denaro, spesso consegnati o raccolti mentre spingeva il passeggino con la figlia appena nata.
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Il capomafia aveva espresso apprezzamento per Gentile, chiamandola in codice “Tan”. La giovane aveva ricambiato l’affetto, tanto da pubblicare un necrologio rivolto al nonno, Leonardo Bonafede, in cui dichiarava: “Onorata di appartenerti”.
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Per i pubblici ministeri, Gentile è stata un “ingranaggio indispensabile” nel sistema di comunicazione ideato dal latitante, permettendo a Messina Denaro di mantenere il collegamento necessario con Laura Bonafede per la gestione delle attività mafiose a Campobello di Mazara.
Dinanzi al Gip, Martina Gentile ha scelto di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia, ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee affermando: “Da bambina gli ho voluto bene. Ma ora ho capito di aver sbagliato”. Con il rito immediato, si bypassa l’udienza preliminare, procedendo direttamente al dibattimento.
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