Cronaca

“Credo in Dio e nei demoni”: strage di Altavilla, la 17enne “non è pentita”

Avrebbe confermato di avere partecipato alla strage della villetta di ALtavilla Milicia, ma ha aggiunto anche ulteriori particolari, consegnando agli inquirenti nuovi “contributi” per l’inchiesta. Si tratta di quanto emerso dopo l’interrogatorio della ragazza di 17 anni, figlia di Giovanni Barreca, coinvolta nel massacro di febbraio.

Il colloquio, che si è svolto nella giornata di ieri, è durato sei ore e si è svolto a Roma, dove la giovane si trova rinchiusa. La ragazza non ha “ritrattato” quanto raccontato la prima volta alla procuratrice per i minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, e non ha mostrato alcun segno di pentimento.

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La figlia di Barreca ha confermato infatti il primo racconto, in cui ammetteva i tre omicidi. E ad aprile verranno sentiti anche Giovanni Barreca e la coppia di complici, Massimo Carandente e Sabrina Fina. I due si sono detti “innocenti”.

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Per la ragazza quello di ieri è stato il secondo interrogatorio, ed era stata lei stessa, nella prima occasione, a confessare tutto ai magistrati della Procura dei minori che la seguivano, dopo l’arresto del padre, Giovanni, reo-confesso dei delitti. Quella che è stata l’unica superstite della strage avrebbe detto “credo in dio e nei demoni” , e proprio per avere condiviso il “progetto” sarebbe stata risparmiata.

La ragazza aveva anche raccontato che “per liberare la casa”, la madre e il fratellino minore dal diavolo per settimane, insieme a Carandente e Fina, che il padre aveva conosciuto sui social, “avevano pregato”. Poi, non sortendo risultati, sarebbero passati alle violenze cercando di far uscire satana dai corpi dei familiari con la forza. Insieme al padre e ai complici l’adolescente ha torturato la madre, contraria ad andare avanti. La donna sarebbe stata presa a colpi di padella, colpita con l’attizzatoio del camino, ustionata col phon. Dopo Pasqua saranno risentiti anche Barreca e gli altri due indagati.

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