Cronaca

Rifiuti in fiamme e rischio nube tossica, a Licata aria irrespirabile: chiudono le scuole

Gli effetti dell’incendio avvenuto sabato sera a Licata, nella provincia di Agrigento, continuano a farsi sentire, a distanza di quasi 48 ore. Per tutta la giornata di ieri i vigili del fuoco di Agrigento hanno continuato a lavorare ininterrottamente. Oggi la riunione in prefettura, per far fronte alla difficile situazione.

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Nella serata di ieri, il sindaco Angelo Balsamo ha diramato un’ordinanza che dispone la chiusura di tutte le scuole e gli asili nido della città – sia istituti pubblici che privati – in via cautelativa.

Il sindaco raccomanda, inoltre, di utilizzare mascherine di tipo FFP2, di chiudere imposte e finestre ed evitare di stendere o ritirare i panni.

Ieri gli agenti locali dei vigili del fuoco hanno anche ricevuto il supporto dei colleghi di Palermo, Enna e Caltanissetta, tutti al lavoro per domare le altissime fiamme esplose nel piazzale del deposito alle porte della cittadina agrigentina.

A fuoco sono andati rifiuti ingombranti triturati come i materassi o mobili. Il lavoro dei vigili anche per la bonifica della zona, ma è da considerare che è stato lambito – come è stato accertato nelle scorse ore – anche un deposito di amianto. Si è dunque letteralmente sfiorato un pesantissimo danno ambientale.

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Come ha raccontato il sindaco di Licata, Angelo Balsamo, i vigili “e la ditta hanno utilizzato le ruspe per spostare la massa di rifiuti in fiamme dal capannone”.

La colonna di fumo nero ha preoccupato gli abitanti e dopo l’analisi dell’Arpa l’aria l’aria è irrespirabile nella contrata Piano Bugiades. Il Comune ha anche cercato alloggi alternativi per le persone che abitano in zona. Quest’oggi, alle 10.30, è in programma una riunione indetta dal prefetto di Agrigento, Filippo Romano.

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redazione

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