“Presentiamo la sintesi di un lavoro di due anni, circa nove progetti per un investimento di circa 23 milioni di euro, quindi investimenti assolutamente innovativi che coinvolgono l’Ateneo per il suo miglior funzionamento, ma che per la prima volta pongono l’Università di Palermo al vertice di una scala per offrire ai territori, agli enti soluzioni sicuramente nuove e moderne”.
Così il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri, a margine dell’incontro all’Ars su “Innovazione digitale: dall’Università ai territori” durante il quale ha presentato i molteplici progetti di matrice digitale, realizzati negli ultimi due anni, riguardanti diversi ambiti tecnologici e funzionali, che possono trovare applicazioni concrete ed immediate nei più ampi contesti delle Smart Cities, della formazione, della valorizzazione del territorio e dello stimolo alla imprenditoria.
“Faccio riferimento, per esempio, a piattaforme digitali che permettono di poter seguire le pratiche amministrative – ha spiegato il rettore -. Il tema della pubblica amministrazione, della lentezza, della burocrazia è notorio a tutti. Ecco, questo è un sistema che permette la tracciabilità della pratica in ogni singolo momento e questo permette quindi di controllare momento per momento quello che succede. Abbiamo una realtà virtuale che permette il monitoraggio e l’assessment delle manutenzioni. Anche questo, in una pubblica amministrazione, è un tema fondamentale”.
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“Ci sono temi che riguardano la sicurezza, temi che riguardano la segnalazione intelligente con telecamere intelligenti per la sicurezza dei plessi – sottolinea Midiri -. Il tema della sicurezza in città è diventato, purtroppo, un tema emergente. Abbiamo creato delle aule ibride che permettono una didattica interattiva con la popolazione studentesca anche a casa, ma in maniera molto più moderna perché c’è la presenza fisica. Abbiamo l’assistente virtuale per i ragazzi, per le segreterie studenti. Abbiamo veramente uno scenario di soluzioni realizzate con un lavoro veramente importante del mio gruppo di lavoro di informatica e universitario in appena 16 mesi e che, tra l’altro, hanno permesso a tutti i ragazzi di lavorare insieme”. (Italpress)
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