Sono emersi nuovi indizi sul caso degli ex fidanzati scomparsi. In particolare le indagini si sono concentrate su un buco di un’ora negli itinerari della Punto nera guidata da Filippo Turetta.
In Veneto, dopo giorni di ricerche, sono anche dei capelli. Un’ora in tutto che non torna nella ricostruzione della scomparsa di Giulia Cecchettin e dell’ex ragazzo. Ma cos’è successo alla Punto nera guidata dal 22enne in quell’ora persa nella notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre?
Primo “buco nero”, nella zona di Cidel Miranese, quando – come ricostruisce il Gazzettino – l’auto avrebbe percorso la strada che va da una telecamera nella zona industriale a Fossò, alle 23.30, a un varco Targasystem a Scorzè. La Punto ha impiegato più dei venti minuti necessari e gli investigatori stanno cercando di capire per quale motivo.
E poi, anche due ore tra la diga del Vajont e Pelo, tempo di percorrenza massima 80 minuti. Cosa è accaduto nei 40 minuti in più?
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Si tratta di un mistero sempre più fitto e con il passare dei giorni aumenta la paura per la sorte di Giulia. Ricerche che vanno avanti senza sosta in provincia di Venezia, tra Riviera e Miranese, di Treviso, nella zona di Zero branco, in Friuli, tra il Vajont e il lago di Barcis, e in provincia di Belluno, tra Palafavera e Cansiglio.
I capelli sull’asfalto sono stati ritrovati nell’area industriale di Fossò, come riportato da Repubblica, nello stesso luogo in cui carabinieri hanno rilevato anche delle tracce di sangue, che sono finite sotto la lente dell’esame del Dna. Smentita la notizia del ritrovamento di un brandello di stoffa sull’argine di un fiume. Scomparsa totalmente, intanto, anche la Punto nera.
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