Appare a volto coperto, viene presentata con un nome di fantasia e non prova vergogna, perché «sono loro, quelli che mi hanno violentata, che si devono vergognare». Parla così, a Fuori dal coro, la trasmissione di Mario Giordano, la 19enne vittima dello stupro perpetrato dal branco lo scorso 7 luglio sul lungomare del Foro Italico di Palermo.
«Quella sera, da come ho poi capito solo dopo dai giornali, lui era d’accordo con i suoi amici. Avevano organizzato tutto. Ero uscita con un’amica quando ho incontrato Angelo, lo conoscevo già, ci frequentavamo io e lui. Gli avevo detto che in settimana saremmo usciti insieme. Lui l’aveva comunicato ai suoi amici, da lì la volontà nata tra loro di fare una “cosa di gruppo”. Da quel momento in avanti inizia l’incubo, che si concretizza con l’odiosa quanto vigliacca violenza di gruppo di sette giovani ai danni della ragazza.
“Non voglio fermarmi e portare un messaggio ad altre ragazze”, prosegue la vittima. “Nei social c’è molto cyberbullismo e vittimizzazione che io ho vissuto. I giovani oggi si rifanno alla società che vedono, specie sui social. Comportamenti violenti e vuoti interiori che vengono colmati con la droga e l’alcool. Sui social c’è cyberbullismo e io con questa vicenda l’ho vissuto in primis. Mi sento vittima dei social ma sono qui per lanciare un messaggio positivo: tutto si può superare».
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