Gli stupri sarebbero stati filmati con i cellulari, e le piccole vittime sarebbero state minacciate di diffondere le immagini in caso di rinellione.
L’inchiesta sullo stupro di un branco di giovanissimi su due cuginette di 10 e 12 anni si allaega. Trapelano infatti nuovi dettagli sull’orrore di Caivano.
L’inchiesta coinvolgerebbe una quindicina di ragazzi, quasi tutti minorenni, responsabili a vario titolo nelle violenze ai danni delle due bambine. Tra loro, sembra, almeno un paio di figli dei boss del Parco Verde, i ras della droga in quella che è ritenuta la più grande piazza di spaccio d’Europa.
Nulla, nemmeno il fermo dell’unico maggiorenne indagato, viene confermato dalle due procure al lavoro, quella per i minorenni di Napoli e quella di Napoli Nord; la prima ha anzi aperto un fascicolo sulla fuga di notizie.
Si parla comunque di una decina di telefoni cellulari sequestrati agli indagati subito dopo la denuncia degli stupri fatta ai carabinieri dai familiari delle due vittime: si cercano i video e altre prove per ricostruire quanto sia accaduto.
Proprio quelle immagini, attraverso varie chat, sarebbero finite sul telefonino del fratello di una delle vittime, portando i genitori dalle forze dell’ordine.
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