Critiche e condivisioni, pro e contro fra i suoi followers. Sul caso della violenza di gruppo ha preso posizione anche Fiorella Mannoia, prima del concerto di Melpignano, nella provincia di Lecce.
“Mi sono interrogata se, dopo aver letto quelle chat, fosse il caso di pubblicarle. ‘Lo faccio, non lo faccio, le pubblico o non le pubblico?’, mi sono chiesta. Ho deciso di pubblicarle nelle mie pagine perché si possa capire a fondo quali sono le motivazioni, se ci sono e non ci sono, che spingono dei giovani a comportarsi in questo modo, ad accanirsi così tanto sul corpo di una donna. Allora ho deciso che forse quelle chat dovrebbero essere portate nelle scuole”.
“Un conto – ha proseguito l’artista – è dire ‘hanno violentato un’altra e ci dispiace’, un conto è leggere quello che sono stati capaci di dire loro, che poi saranno le stesse parole che dicono anche gli altri quando succedono queste cose terribili che sono stupri da branco”.
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“Prima di cantare Fimmine fimmine ci tenevo a dire due parole, a sottolineare quello che vi ho spiegato”, ha detto in conferenza stampa. “Quella canzone si presta perché comincia proprio con ‘donne donne alziamo la voce’ ed è il momento di alzare veramente la voce perché siamo arrivati a un limite massimo“.
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