Rischiano fra i sette ed i 15 anni di carcere per violenza sessuale, e fra le aggravanti c’è il concorso in presenza di un minorenne. Dopo gli interrogatori di garanzia per lo stupro di Palermo, c’è stato chi si è avvalso della facoltà di non rispondere, e chi, come pubblicato ieri, continua a parlare di “rapporto consenziente”.
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Emerge la linea difensiva, dopo gli interrogatori di garanzia, con alcuni dei ragazzi coinvolti che cercano di dimostrare quanto, in quelle fasi terribili, la vittima fosse “lucida“.
Le immagini registrate dalla videosorveglianza, tuttavia, lasciano poco spazio ai dubbi, con la giovane che viene letteralmente “trascinata” sotto braccio fino alla zona in cui si è consumata la violenza. Si tratta di una zona abbandonata, dietro un vecchio cantiere sul lungomare (foto copertina).
“Non pensavamo che si trattasse di una violenza, è stato un errore, un grave errore”, ha detto anche l’ultimo dei giovani interrogati dal gip a Palermo, nel corso della giornata di ieri.
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Negli ultimi giorni si indaga, intanto, anche sul fronte dei reati informatici, con i carabinieri che sono impegnati a scovare, fra l’altro, anche profili fake degli indagati. Qualcuno starebbe anche pubblicando dall’account reale di uno dei ragazzi finiti in arresto.
(foto copertina ansa.it, il luogo in cui si è consumata la violenza)
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