Botta e risposta a distanza tra il Ceo di Ryanair, Eddie Wilson e il ministero delle Imprese e del Made in Italy in merito alla misura prevista nel Dl Asset per fronteggiare il caro voli. Oggi, la compagnia irlandese ha chiesto al Governo italiano di “fermare le misure che interferiscono illegalmente” sul modo in cui le compagnie aeree “fissano le tariffe dei biglietti aerei”.
Per Wilson, il tentativo del Governo di “interferire con la determinazione delle tariffe”, avrà come conseguenza indesiderata “l’aumento dei prezzi per tutti i passeggeri e non permetterà alle compagnie aeree di aprire nuove rotte poiché le tariffe basse promozionali della stagione intermedia influenzeranno i prezzi nei periodi di picco”.
Il “price cap”, sempre secondo Ryanair, “disincentiverà le compagnie aeree che volano nel periodo invernale”, con il risultato che “tutti i passeggeri pagheranno tariffe aeree sostanzialmente più elevate. Se il Governo italiano intende ridurre le tariffe per le isole, deve abbassare i costi per portare più capacità, più passeggeri a tariffe medie più basse, anche durante le stagioni di picco”.
Non si è fatta attendere la replica del Mimit che, secondo fonti del ministero, ha appreso con “stupore le dichiarazioni dell’AD di Ryanair circa l’inesistenza di meccanismi di profilazione. Sull’uso della profilazione nella vendita dei biglietti aerei sono disponibili ampie evidenze riportate da prestigiose riviste internazionali e l’America, e dunque ‘non lo Stato sovieticò, indaga il fenomeno già da molti anni”.
Pur rimanendo “disponibili ad un confronto sereno e costruttivo per raggiungere soluzioni equilibrate per passeggeri e compagnie”, il ministero ha sottolineato come lo stesso “Garante della concorrenza nell’atto di avvio dell’indagine ha indicato come l’incremento, in alcuni casi del 700% dei prezzi dei biglietti aerei verso Catania e Palermo, possa essere frutto di un comportamento collusivo tra i vettori aerei, facilitato dall’utilizzo di algoritmi di prezzo”.
Dal canto suo Enac ha poi osservato come “in occasione del deragliamento del treno merci nei pressi della stazione di Firenze Castello o dell’alluvione in Emilia-Romagna, e dunque in seguito a eventi catastrofali che hanno determinato un’impennata della domanda di trasporto aereo, è conseguito un eccessivo incremento dei prezzi”.
Tutti esempi che, per il Mimit dimostrano come “il libero mercato in questa vicenda c’entra poco o nulla, mentre sembra entrarci molto la speculazione causata dalla scarsa concorrenza e il mancato contrasto ai comportamenti distorsivi della normale dinamica domanda-offerta”.
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