Ancora una volta, un caso simile, sempre a Lampedusa. Una donna ha perso il bimbo che portava in grembo da 8 mesi, ed il marito è pronto a presentare denuncia. Il dramma si è consumato dopo che la trentenne era stata, come riporta l’agenzia ansa, “rassicurata per due volte dai medici al Poliambulatorio dell’isola”.
La donna ha fatto poi ritorno nella struttura, dove è stato accertato che i battiti cardiaci del piccolo erano lenti. Con l’elisoccorso del 118, la lampedusana ha lasciato l’isola alle ore 13, quando forse era ormai troppo tardi. Quando è arrivata all’ospedale Civico di Palermo, i medici hanno comunicato che il piccolo era morto.
Da gennaio sono stati tre i casi simili. E adesso il marito della donna sta attendendo le cartelle cliniche, per poi far partire la denuncia. “Altri Giacomo, Fortunato e Alessandro che non sono riusciti a nascere non ci devono essere – dice l’uomo – . Se mia moglie fosse stata trasferita subito dopo il primo accesso al Poliambulatorio, forse mio figlio ci sarebbe ancora.
Per i soccorsi dell’elicottero del 118, il protocollo prevede che si debba attendere, nel caso in cui stiano arrivando migranti, se ci sono feriti, malati o partorienti. Non è possibile che non vi siano attrezzature adeguate, e questo vale sia per i lampedusani che per i tanti migranti che sbarcano sulla nostra isola. Lampedusa è una realtà dove, in proporzione al numero di abitanti, ci sono più concepimenti che altrove. Solo che a Lampedusa non si nasce, lo si fa ad Agrigento o a Palermo”.
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