Alla fine, i “dolci di Nonna Vincenza” hanno fatto crac: una delle aziende diventate marchio storico e “bandiera” della Sicilia, in Italia ed anche nel mondo, è finita in bancarotta.
Con l’accusa di avere pilotato il fallimento dell’azienda di famiglia, è stato arrestato l’amministratore unico, Paolo Pistone. L’accusa è quella di bancarotta fraudolenta, per un caso che adesso è nelle mani dei giudici fallimentari e della Guardia di finanza.
La madre dell’uomo aveva avviato l’attività negli anni Novanta: da un piccolo laboratorio, nato e cresciuto con lei ad Agira, in provincia di Enna, la donna era riuscita a dar vita ad un autentico “impero” dolciario con base a Catania.
La donna era morta due anni fa e, secondo gli inquirenti, Pistone avrebbe tentato di frodare i creditori dell’azienda (dichiarata fallita nel 2022, per un “buco” di oltre 6 milioni di euro). L’uomo avrebbe distratto almeno 419mila euro in favore di una nuova società, la Dulcedo Srl, che però sarebbe di fatto gestita da parenti e familiari, e avrebbe continuato a vendere dolci col vecchio marchio.
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