Era stata fermata dai carabinieri: stava guidando, ma nel frattempo anche parlando al cellulare. Quando è arrivato l’alt è andata in escandescenza, richiamando poi intorno all’auto un gran numero di persone, offendendo pesantemente i militari intervenuti.
È accaduto all’Aquila, dove una donna, avvocatessa di 56 anni, è stata accusata di oltraggio a pubblico ufficiale. Le indagini preliminari sono state chiuse dal sostituto procuratore Marco Maria Cellini, a carico della donna, che è assistita da un altro avvocato.
Alle spalle la donna ha vari incarichi nella pubblica amministrazione. La vicenda si riferisce a qualche mese fa, quando due vicebrigadieri in servizio al nucleo operativo e radiomobile della compagnia, hanno fermato l’avvocatessa per una violazione al Codice della Strada, sull’utilizzo di uno smartphone.
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La risposta della donna è stata chiara: ha affermato di essere un noto avvocato, ed avrebbe dunque iniziato a proferire nei confronti dei militari – davanti a più persone – , frasi come “vi auguro tantissimi lutti nelle vostre famiglie, tantissimi lutti”. O, ancora, “adesso vi faccio vedere io”.
Secondo l’accusa la donna ha chiamato la centrale operativa dell’arma per lamentare di essere stata minacciata dicendo che avrebbe firmato il verbale. Infine la richiesta di avere sul posto altra macchina dei carabinieri in quanto quelli presenti si sono rifiutati di fornire le loro generalità. Rivolgendosi ad vicebrigadiere, ha esclamato: “Brigadiere, la vita è complicata, molto… molto… molto… che lei neppure immagina”. La donna ha adesso 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogata o presentare memoria difensiva.
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