Era stata bocciata in seconda elementale, fondamentalmente per motivi di assenze. Troppe, durante l’anno, secondo i docenti, nonostante i voti. La bimba, che ha 7 anni, non andava male nelle varie materie, ma stava poco “in classe”.
Ad ammetterla, poi, alla classe successiva, sono stati i giudici della terza sezione del Tar di Bari. I genitori della bambina hanno, infatti, presentato ricorso contro la scuola e il ministero dell’Istruzione, rappresentati e difesi dagli avvocati Giacomo Valla e Roberta Valla. A decidere per la bocciatura è stato il Collegio dei docenti.
“Troppe assenze maturate durante l’anno”, hanno scritto i docenti nella valutazione finale: “L’alunna è integrata – hanno scritto gli insegnanti – nel gruppo di classe. Rispetta gli altri, ma poco le regole scolastiche e la vita sociale. Ha sviluppato un impegno limitato alla richiesta. Ha evidenziato un interesse selettivo. La partecipazione è stata discontinua e sollecitata. Ha raggiunto una minima autonomia personale. Il metodo di studio è essenziale per le fasi del lavoro scolastico. A causa delle sue ripetute assenze la preparazione risulta lacunosa, pertanto è insufficiente“.
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Secondo la legge, tuttavia, come hanno chiarito i giudici, le alunne e gli alunni della scuola primaria “sono ammessi alla classe successiva e alla prima classe di scuola secondaria di primo grado anche in presenza di livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione”. Ed è la scuola, qualora vi siano alunni che faticano più di altri ad apprendere, ad attivare “specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento“.
L’eventualità della bocciatura alle elementari, dunque, è ammessa soltanto quando ci siano “casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione”.
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Tenuto conto dell’età della bambina e del suo stato di salute, che l’ha costretta a ripetute assenze giustificate dal pediatra, e del fatto che la piccola ha “comunque conseguito voti non negativi in varie materie e, infine, della constatazione che la frequenza scolastica nella scuola primaria di primo grado non rileva ai fini della validità dell’anno scolastico”, è stata così annullata la bocciatura da parte dei giudici del Tar.
La bambina è stata dunque ammessa alla terza elementare, mentre il Ministero e la scuola sono stati condannati a risarcire con mille euro la famiglia della piccola. 🖋 CONTINUA A LEGGERE su teleone.it
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